Di e a cura di Riccardo Lameri / Finepiano
Ciao Dalia. Da anni lavori a molteplici progetti e plasmi incessantemente nuovi segmenti di un sfaccettato immaginario digitale. Fra le molte attività, da anni curi il programma 333Radio su Fango Radio. Vuoi spiegarci da dove questo progetto e quale è il contesto della sua particolare estetica?
333Radio è iniziato nell'aprile 2022 come trasmissione mensile su Fango Radio (una super webradio italiana) dopo un'iperfissazione che ho avuto con weirdcore, dreamcore o con qualsiasi altra cosa liminale internet mi abbia nutrito. Sentivo una connessione naturale con quell'immaginario, come una sorta di creatura che aveva sempre risieduto dentro di me. Il mio obiettivo con la creazione di mix musicali è sempre stato quello di partorire una narrativa eclettica che scivolasse attraverso vari generi - una morbida coperta in continua evoluzione che avvolge l'ascoltatore con un'atmosfera a volte spaventosa ma sempre accogliente. È composto per lo più da brani portati alla luce dalla discarica astrale di Soundcloud, suoni delle carne abbandonate di YouTube, brani famosi trasformati nell'ombra di loro stessi. Lavoro manipolando quei suoni, trasformandoli in giocattoli con cui giocare, sbucciandoli fino a ricoprirli delicatamente con una nuova pelle. Lo stesso vale per le copertine, dove queste nascono come agglomerato della mia personale galleria di immagini ritrovate. Al termine della creazione di un mix inizio semplicemente a creare un'interfaccia visiva lasciandomi trasportare. Non devo elaborare opere d'arte raffinate; in un certo senso si generano da Internet per Internet.
Un'altra mia fissazione che si è sviluppata durante la costruzione di 333Radio riguarda uno specifico piacere che trovo in quei brani corti, melodici ma spezzati e rovinati. Tutto è iniziato da alcune OST di videogiochi; poi, ho continuato a trovare quei criptidi sonori in intermezzi di album più grandi, piccoli frammenti di canzoni che necessitano di essere loopati nell'eternità, voci balbettanti sopra una tastiera casio che suona una melodia emotivamente devastante mentre un'aspirapolvere esala il suo ultimo respiro e si lascia morire. Però in fin dei conti si tratta solo di immagini evocate nella mia mente mentre la musica si espande.
Le illustrazioni che fanno da cover per ogni tuo mixato, nella loro differenza, si inseriscono tutte in un orizzonte di digital weirdness molto particolare. Come funziona il tuo processo creativo?
Ogni copertina realizzata per 333Radio segue un processo di nascita simile. Come accennato prima, ogni copertina viene coadiuvata dall'ascolto del mixato stesso una volta terminato. Ogni mixato ha una sua mini-lore che viene presentata attraverso dei piccoli testi poetici, spesso inseriti all'inizio ma anche frammentati lungo tutta la sua durata. Da questi frammenti poetici parto a ricercare nel mio archivio di immagini elementi che possano riflettere l'atmosfera e le immagini evocate dai testi e dalla musica. Non ci deve essere per forza un collegamento, anzi: maggiore è la weirdness e lo spaesamento rispetto al resto degli elementi e più sento affine il prodotto finale. A livello tecnico però si tratta principalmente di manipolare le immagini o più spesso singole/piccole parti di queste e trasformarle attraverso collage mirati in opere che non ricordano più niente dell'originale. Spesso intervengo anche con disegno e pittura digitale laddove è necessario recidere ancor di più il cordone ombelicale con l'immagine originale, alle volte anche per aggiungere strati e dettagli non ottenibili in altro modo.
Ho bisogno che le opere-cover possano illustrare l'aspetto sonoro nella sua definizione più vera, ovvero mettendo in luce l'essenza attraverso le immagini, facendo in modo che i mixati si presentino nella loro definizione più propria e definita. Non vi è dunque da ricercare un senso iper-specifico immagine per immagine ma piuttosto un trasporto emotivo attraversato da un universo comune. Questo universo è spesso popolato da molta fragilità, creature orrende ma docili, ampi spazi naturali deformati e pronti ad accogliere i più bizzarri fenomeni...
Analizziamo insieme alcune delle tue illustrazioni, decodificando i significati che hai rilavorato nella loro creazione.
333Radio Ep.9 - Slithering Omens & Silly Solstices
Theory and practice on how to become a pandimensional being with fish scales and a lion's head,
or more simply how to become what you really are,
a goofball.
Questo è un episodio realizzato durante una trasferta con poco tempo a disposizione e molti brani Trance. In questo caso ho seguito la tematica più comune del genere: la pandimensionalità spaziale condita da filosofia New Age. Tenevo in archivio da un bel po' una immagine in cui avevo già individuato come esportando un singolo dettaglio dove molteplici corpi organici convergevano si poteva distillare una nuova creatura. A questa immagine sono successivamente andata ad aggiungere gli aspetti cosmici sopra citati e un titolo che riuscisse a non prendersi troppo sul serio.
Partecipare al dibattito teorico-filosofico ha sempre un aspetto comico che io abbraccio pienamente e che adoro. Perchè non lasciare dunque una intuizione per cui possa esistere una teoria e una pratica su come diventare la creatura sopra rappresentata?
333Radio Ep.12 - CornerWorld Sonatas
I dream to be thin as paper
To slide throught, not to be seen
To not occupy space, not in length or wideness
I dream to be dark and dismiss my body into the corner of a room
I wish for u not to stare, or even remotely to catch a glimpse
I'm not here
I won't be here
Nor I was here in the first place
Oh I wish, I wish to shrink immediately when there's a crowd, when I move my arms or legs
When I walk, silence
When I talk, deafness
I dream to be the blindspot of every eye
So I'll be free and avoidable
Il testo stavolta ha un carattere più personale. Scrissi queste parole durante un ennesimo breakdown psicologico causatomi dall'attraversare spazi con persone. Odio essere percepita se non lo desidero; mi dà la nausea, agita la mia bile, genera panico. Questo testo è una preghiera agli attributi che più desidero possedere e al mondo a cui essi appartengono: CornerWorld. Questo è un mondo angolare dove è possibile rifuggire in ogni piega o interstizio, dove la forma è vacua e tutto viene tenuto al sicuro da un enorme essere luminoso al centro di un palcoscenico, unico punto d'interesse di carattere fotoassorbente.
L'immagine nasce anche come recupero di elementi inizialmente realizzati per le grafiche di una mostra a cui partecipai. L'immagine era contrassegnata dal solo nome del file: Gong del destino.
333Radio Ep.14 - Standing upside down I can still see the sun
A hush of air spinned me
On the wrong point of the arrow
I'm now (still breathing)
30 metres below the dirt
Standing upside down
I can still see the sun
From the opposite direction
I'm now (two bodies)
One that pumps and bleeds
One of soil and seeds
A miracle I can still say I'm living
My engine works burning itself
How Many days to the end?
Questo artwork si inserisce in una delle mie ultime ricerche iconografiche in cui cerco di lavorare utilizzando una sola immagine per poi remiscelarla per ottenere tutti gli elementi necessari; intervenendo successivamente con la sola pittura digitale. L'obiettivo è creare delle quasi-icone in grado di sorreggere il peso delle opere da sole, nello stesso modo in cui un'icona religiosa si staglia su un fondo colorato o spesso dorato ed riesce senza altro ausilio a bucare la psiche affondando nell'inconscio. Per quanto riguarda la parte testuale, anche questa nasce prima come testo poetico personale a cui successivamente è stato adattato il mixato musicale e poi l'immagine.
Questo testo nasce in una notte in cui molti altri testi sono nati, una sorta di natività collettiva guidata da una immensa e schiacciante tristezza, da una fragilità della connessione corpo-mente. Nel mentre risuonava uno specifico brano chiamato Square Heart, facente parte anch'esso del mixato, realizzato da unx dei miei artistx preferitx - 7038634357 (Neo Petal). Il docile pulsare di quella musica lavato da lievi parole mi stava salvando da destini psichici ben peggiori. Il testo recita Pull me under the waves and I'll go più volte, offrendomi il conforto e la spinta necessaria a sopravvivere.
L'opera realizzata per la cover dell'episodio non sembra avere molto a che fare con l'agglomerato emotivo sopracitato, ma il mio intento era esattamente quello di filtrare l'immenso peso che gravava sugli aspetti testuali e musicali attraverso un'icona spaventosa, un guardiano in grado di proteggermi quando le forze vengono meno e da sola posso fare ben poco. Tipo quell'amico grosso dall'animo di cucciolo che viene a salvarti quando un gruppo di terrificanti teste di cazzo transfobiche vogliono accoltellarti.
333Radio Live Ep. - Lullabies for a Dreaming Star's Offspring
This is dedicated to the inner child inside everyone of us, so often malnourished and easily forgotten.
This is not a nostalgic manifesto, but a way to reconnect and create continuity
with what's left of them youthful spirits crashed by the burden of adult life.
Questo episodio fu realizzato live come Djset durante una serata segreta a Torino. Distintamente dagli altri, questo episodio non ha parti recitate all'inizio ma contiene solo un fuoco scoppiettante e caldo; non è stato realizzato neanche un vero e proprio testo poetico ma è piuttosto una dedica che vuole spiegare gli intenti dietro alla selezione musicale in sé. Difatti in quel periodo avevo raccolto diversi brani legati al mondo kidcore o toycore, suoni estremamente giocosi e spesso totalmente MIDI. È una cosa che adoro fare quella di raccogliere lentamente brani simili per approccio e specifica atmosfera e creare poi un mixato che funge da contenitore ed espositore per questi brani. Qui l'intento era nutrire il bambino interiore dentro tuttx noi, una creatura spesso dimenticata ma necessaria al sano sviluppo di una psiche empatica, permeabile agli stimoli del mondo, soggetta al gioco come modalità di scoperta dell'altrove.
In una maniera simile all'episodio 14, seppur questo lo preceda, la cover si presenta come qualcosa di ben più terrificante rispetto ai temi trattati. Riflettendoci, penso che la mia attrattiva verso la creazione di guardiani pronti a proteggere ciò che c'è di più fragile sia una tematica ricorrente, un assist alle precedenti versioni di me che non hanno avuto la stessa fortuna. Per quanto riguarda il soggetto in sé ha un'origine quasi accidentale: stavo semplicemente giocando con una foto che scattai ad alcuni festoni natalizi. Il processo creativo mi ha portata in zone dello spirito ben meno festose.
Grazie per averci fatto sbirciare nelle leve segrete delle tue illustrazioni e negli ingranaggi mentali che animano il tuo processo creativo. Una ultima domanda di carattere generale rispetto al tuo lavoro. È chiaro che hai un interesse di carattere fanta-biologico che permea in qualche modo tutta la tua estetica. Mi sembra però che sia possibile percepire anche una certa aura ieratica intorno alle tue immagini, che ritraggono spesso personaggi simil-divini e atmosfere quasi sacre. Vuoi aiutarci a sciogliere questo nodo?
Ho da sempre avuto un interesse spasmodico verso tutto ciò che riguardava bestiari e i libri di biologia speculativa o fantastica. Adoro poter pensare a tutte le forme di vita che si avvicendano all'interno di un ecosistema, ai rapporti consequenziali che legano ogni vita all'altra e come queste talvolta si spezzino per generare nuove casualità ed evoluzioni. Non sempre vi deve essere una giustificazione scientifica, ma talvolta pensare all'interno di regole più rigide mi permette di enfatizzare la potenza delle forme di vita immaginate, rendendole più tangibili e quasi vive. Altre volte, invece, adoro che il tutto possa prendere una piega assurdista e degenerare in una sregolata proliferazione, dove questa ha il potere di spaziare fra il terrificante e il comico.
Oltre a una propensione naturale, vi è stato un libro in particolare che ha innescato la miccia della mia biomanzia. Questo libro è Stranalandia, scritto da Stefano Benni e illustrato da Pirro Cuniberti. Questo libro si propone di fare worldbuilding di un'isola che ricorda Dr.Seuss cercando di dare dettagli sull'etologia e sulla biologia delle creature indigene che la popolano, spesso andando solo a potenziare l'effetto ilare che risulta da tutto l'insieme. Da piccola questo libro mi fece cadere in un rabbit hole che continua ancora ad oggi. Vi sono state poi altre opere che hanno poi rincarato la dose, opere come After Man di Dougal Dixon e il Codex Seraphinianus di Luigi Serafini. È sicuramente da citare anche una opera in corso come il progetto Codex Inversus.
E' proprio da quest'idea di codex, o comunque dal rimando ad un certo tipo di impostazione grafica ed estetica che si ritrova nei vecchi manoscritti - ad esempio nei codici miniati e nei marginalia - che viene la mia propensione verso la creazione di icone. Voglio però che queste icone siano svuotate da caratteri divini gerarchici e antropocentrici ma non svuotate di spiritualità. Desidero che le vite ibride e proliferanti che rappresento si configurino in un flusso panteistico di continuo scambio organico ed emotivo.
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